10_Oktoberfest: parliamo di birra

La birra è tra le bevande più antiche del mondo, attualmente tra le scelte più gettonate per un aperitivo oppure per accompagnare una pizza. Rispetto ai superalcolici, la birra, così come il vino è certamente da preferirsi per vari aspetti: valori nutrizionali, apporto calorico e gradazione alcolica.

Vediamo in dettaglio cos’è esattamente la birra e quali sono i suoi componenti.

Il “Decreto Del Presidente Della Repubblica 30 giugno 1998, n. 272”, all’articolo 1 dà la definizione giuridica di “birra”:

“La denominazione ”birra” è riservata al prodotto ottenuto dalla fermentazione alcolica con ceppi di Saccharomyces carlsbergensis o di Saccharomyces cerevisiae di un mosto preparato con malto, anche torrefatto, di orzo o di frumento o di loro miscele ed acqua, amaricato con luppolo o suoi derivati o con entrambi.”

Se classifichiamo la birra sulla base della sua gradazione alcolica troviamo le seguenti tipologie:

  • BIRRE ANALCOLICHE: grado alcolico volumetrico inferiore all’1,2%
  • BIRRE LEGGERE (O LIGHT): > 1,2 < 3.5%
  • BIRRE: > 3,5%
  • BIRRE SPECIALI: > 3,5%
  • BIRRE A DOPPIO MALTO: > 3,5%

Sebbene il nostro paese non sia mai stato protagonista nella produzione della birra, il mercato italiano dà segnali di continua evoluzione (dati dell’osservatorio birra), forse per la fiorente produzione della birra artigianale. La Produzione di birra artigianale, normata il 6 luglio 2016 (DDLS 1328-B).

Vediamo ora un approfondimento sugli aspetti nutrizionali di una classica birra chiara, (fonte nut.entercra.it).

RIPARTIZIONE DELL’ENERGIA:

Composizione percentuale
Proteine 2%
Lipidi 0%
Carboidrati 39%
Alcol 59%

COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO PER 100 GR

Composizione chimica valore per 100g Note
Parte edibile (%): 100
Acqua (g): 93.5
Proteine (g): 0.2 ottenute da azoto totale * 6.25
Carboidrati disponibili (g): 3.5
Zuccheri solubili (g): 3.5 variabili da 2-5 g * 100 g
Alcol (g): 2.8 il grado alcolico si ottiene dividendo i grammi di alcool * 0.79
Energia (kcal): 34
Energia (kJ): 140
Sodio (mg): 10
Potassio (mg): 35
Calcio (mg): 1
Fosforo (mg): 28

L’etanolo

Come si legge dalle linee guida per una sana alimentazione italiana a cura del Ministero delle Politiche agricole e forestali, le bevande alcoliche sono costituite per la maggior parte da acqua, e per la restante parte da alcol etilico (o etanolo); una quota di entità minima è rappresentata da altre sostanze, sia naturalmente presenti che aggiunte: composti aromatici, coloranti, antiossidanti, vitamine ecc. Il costituente fondamentale e caratteristico di ogni bevanda alcolica è l’etanolo, sostanza estranea all’organismo e non essenziale, anzi per molti versi tossica. Pur non essendo un nutriente, l’etanolo apporta una cospicua quantità di calorie che si sommano a quelle apportate dagli alimenti e possono quindi contribuire a farci ingrassare. In sostanza, gli inviti alla cautela e alla moderazione sono sempre doverosi quando si parla dell’uso di bevande alcoliche.

Effetti “positivi” di bevande a bassa gradazione alcolica, quali il vino e la birra

Sempre secondo le linee guida ministeriali sopra citate, a quanto risulta da numerose ricerche, sembra che le persone abituate ad un regolare e moderato consumo di bevande a bassa gradazione alcolica (vino e birra) tendano a vivere più a lungo e a presentare una minore incidenza di alcune malattie croniche rispetto a chi non beve o a chi lo fa in maniera eccessiva. E indubbiamente l’effetto positivo più marcato di un moderato uso di bevande alcoliche a bassa gradazione è sulla cardiopatia ischemica (di cui l’infarto del miocardio è molto spesso l’esito terminale). A questo proposito, secondo alcuni studi, le diverse bevande alcoliche sembrano avere effetti diversificati, a parità di alcol ingerito: il vino sembra esercitare un ruolo protettivo maggiore di quello della birra, che a sua volta avrebbe un effetto protettivo superiore a quello degli altri alcolici. Queste proprietà sono state messe in relazione alle sostanze polifenoliche e antiossidanti, presenti soprattutto nel vino e in misura minore nella birra. Tali sostanze sono invece assenti, o comunque meno rappresentate, nei superalcolici. Ecco quindi spiegati, secondo questa ipotesi, i maggiori effetti positivi del vino. Ed è per lo stesso motivo che spesso si ritiene che il vino rosso abbia effetti superiori a quello bianco, anche se non esistono evidenze scientifiche a supporto.

Recenti studi sembrano indicare che il vino, e in misura ridotta la birra, potrebbero esercitare i loro effetti protettivi anche perché, nel rispetto della tradizione mediterranea, vengono in genere consumati durante i pasti: questo fa sì che oltre al rifornimento di sostanze antiossidanti, si abbiano anche picchi alcolemici più bassi. Quindi, una modica e regolare quantità di vino (o birra) al pasto potrebbe esercitare i propri effetti positivi senza esporre l’organismo ai pericolosi effetti tossici di dosi eccessive di etanolo.

linee guida ministeriali